Jeffrey Eugenides, Middlesex (Mondadori, 2003), traduzione di Katia Bagnoli. Probabilmente il romanzone americano - letto con colpevole ritardo - che ho amato di più la scorsa estate. Mi sembra che catturi bene il ventre dell'America, quella vitalità fatta dal desiderio di ricominciare daccapo, mescolando culture, abilità, furbizia, energia, curiosità, fantasia che provengono soprattutto da gente comune. Molta fantasia e forti legami con il romanzo americano doc, tipo Twain. Personaggi e ambienti rimangono impressi, per esempio l'Oggetto.
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